Zona gialla: cosa cambia per le regioni a rischio e qual è la vera soglia critica
Perché un eventuale passaggio di fascia non rappresenterebbe un ritorno delle restrizioni
L'Italia resterà bianca almeno per un'altra settimana. Anche un eventuale passaggio di fascia (il Friuli Venezia Giulia è la regione più a rischio) però non rappresenterebbe affatto un ritorno delle restrizioni, almeno per come le abbiamo conosciute durante la seconda ondata. Con le regole oggi in vigore tra zona bianca e zona gialla ci sono sì delle differenze, ma non così nette come in passato.
In sostanza nelle aree gialle torna l'obbligo di mascherina all'aperto e il limite delle 4 persone a tavola al ristorante. Inoltre si riduce al 50% la capienza delle sale cinematografiche, teatrali e da concerto. Insomma, non è previsto nessun limite agli spostamenti né vengono chiuse le attività commerciali. Le misure più dure scattano solo con il passaggio in rosso e arancione.
Zona gialla, rossa e arancione: i parametri per il cambio di fascia
Di recente Speranza ha sottolineato che le regole sulle zone a a colori dovrebbero restare quelle attualmente in vigore. Eventuali passaggi di fascia verranno dunque stabiliti in base ai parametri che elenchiamo in basso. Si passa in zona gialla quando l'incidenza è superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti, l'occupazione delle terapie intensive supera il 10% e quella delle aree mediche il 15%.
La zona arancione scatta con un'incidenza di oltre i 150 casi ogni 100mila abitanti e se al contempo la soglia delle terapie intensive oltrepassa il 20% con i reparti ordinari al 30%. Per entrare in zona rossa invece all'incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti devono abbinarsi un tasso di occupazione dei posti letto superiore al 40% in area medica e al 30% in terapia intensiva.
Le regioni che rischiano la zona gialla
In base agli ultimi dati la regione che più di tutte rischia il cambio di colore (ma non subito) è il Friuli Venezia Giulia che ha un'incidenza di circa 150 casi per 100mila abitanti e dove l'occupazione delle terapie intensive è all'11%. La percentuale ancora contenuta di ricoveri ordinari le mette però in salvo, almeno per ora, dalla zona gialla. La provincia autonoma di Bolzano al contrario rischia solo per quel che riguarda i ricoveri ordinari (al 14%). Occhi puntati anche sulle Marche dove l'occupazione delle terapie intensive è al 9% (ma nei reparti ordinari è al 7%). In ogni caso nessuna di queste regioni si avvicina alla soglia che decreterebbe il passaggio in arancione (e farebbe scattare le restrizioni più severe). Insomma, se non si può escludere che alcune regioni finiscano in giallo (circostanza che nel caso del Friuli Venezia Giulia sembra anzi probabile) il pericolo di chiusure e lockdown è per ora scongiurato. Ma ci aspetta un lungo inverno.
+Aggiornamento ore 17.35+
Nessuna regione in zona gialla
Al momento nessuna regione italiana dovrebbe passare in zona gialla, a quanto si apprende. I dati dell'ultimo monitoraggio della Cabina di regia sull'andamento di Covid-19 danno il Friuli Venezia Giulia ad alta probabilità di progressione verso un rischio alto, la Calabria unica regione a rischio basso e tutte le altre regioni e province autonome sono classificate a rischio moderato.
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