NaturaSi pagherà i tamponi ai dipendenti
L’azienda conta circa 1.650 dipendenti, oltre a 300 negozi sparsi su tutto il territorio nazionale
Se ci sono aziende che prendono la via della tolleranza zero con chi non ha il Greenpass, ci sono anche ditte che preferiscono cercare di tutelare tutti i dipendenti, anche quelli non vaccinati. Tra queste la prima azienda a decidere di pagare i tamponi ai dipendenti non vaccinati: NaturaSì, che spiega come così si rispettano le libertà di ognuno e si evitano discriminazioni nell’ambito del lavoro “in modo da permettere a tutti di svolgere regolarmente i propri compiti in azienda”. Così l'azienda veronese attiva nel settore dei prodotti biologici paga i tamponi ai dipendenti sprovvisti di passaporto verde, in vista del decreto approvato all’unanimità in consiglio dei ministri, che entrerà in vigore il 15 ottobre.
L’azienda oggi conta circa 1.650 dipendenti, oltre a 300 negozi sparsi su tutto il territorio nazionale. La lettera inviata ai lavoratori è firmata dal presidente di NaturaSi, Fabio Bescacin e lancia un messaggio chiaro: “Di una cosa siamo certi: la libertà individuale”. NaturaSì dunque va incontro a tutti, anche alle richieste del segretario della Cgil Maurizio Landini, che nei giorni scorsi aveva più volte protestato contro la misura, spiegando che “chi lavora non deve pagare i tamponi”.
Insomma una decisione in controtendenza. Sicuramente contro l’idea del Governo, la cui mossa, quella di estendere l’obbligo del Green Pass, resta volta a dare propulsione alla vaccinazione. Invece, quanto meno fra i dipendenti del gruppo NaturaSì, c’è una forte legittimazione a dire no al vaccino. Tanto che, seppur sulla pagina Facebook della società sono arrivati molti commenti entusiasti per la scelta, in Veneto c’è preoccupazione che altre aziende possano seguire quella veronese.
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